Ricarica dell'auto elettrica a casa: ecco come funziona con la propria wallbox
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- e‑Golf: modello non più in commercio.
Ricarica dell'auto elettrica a casa: ecco come funziona con la propria wallbox
Qui puoi scoprire:
- Quali spese devi affrontare
- Quali sono i requisiti tecnici che l'edificio deve soddisfare
- Se sei un inquilino, a cosa devi prestare attenzione per l'installazione di una wallbox
- Perché ha senso scegliere una tariffa per corrente elettrica ecologica per la ricarica dell'auto
È sufficiente per la ricarica una presa domestica a 230 volt?
Puoi collegare la tua auto elettrica ad una normale presa domestica a 230 volt, la cosiddetta prese Schuko (o semplicemente “presa tedesca”). Con questa fonte di alimentazione il processo di ricarica raggiunge la sua massima durata. Poiché le prese Schuko non sono concepite per il funzionamento continuo, le linee possono surriscaldarsi. Soprattutto nelle case meno recenti, dotate quindi d'impianti elettrici spesso obsoleti, un elettricista esperto deve sempre verificare se i requisiti tecnici presenti siano sufficienti anche per una stazione di ricarica ed eventualmente dovrebbe stabilire quali misure aggiuntive devono essere adottate per garantire una ricarica sicura. A causa di queste limitazioni, la presa Schuko è idonea unicamente come soluzione di ricarica temporanea durante i tragitti.
Perché ho bisogno di una wallbox?
Collegando i veicoli elettrici ad una speciale stazione di ricarica, la wallbox, è possibile fare rifornimento in modo più sicuro, efficiente e soprattutto più veloce rispetto a quanto avviene con una normale presa domestica. Questo risultato si ottiene principalmente in virtù della maggiore potenza, cioè dei maggiori chilowatt (kW): anziché i 3,6 kW offerti dalla presa domestica, la wallbox mette a disposizione ben 11 kW. La wallbox viene collegata ad un attacco a corrente trifase da 400 volt e viene montata a parete nel garage o nel carport dell'auto elettrica. Oltre al più diffuso termine “wallbox”, per la stazione di ricarica circolano anche denominazioni meno diffuse come “Wall Charging Station”, “Wall Connector” e “Home Charging Station”.
Le wallbox più utilizzate sono le varianti per i connettori tipo 1 e tipo 2.
Anche in questo caso la differenza consiste nella velocità: con una spina tipo 2 è possibile effettuare molto rapidamente la ricarica di qualunque auto elettrica, sia con wallbox private sia presso colonnine di ricarica veloce pubbliche. Anche per questo motivo si tratta della scelta privilegiata dalla maggior parte delle case automobilistiche europee.
Altro aspetto importante: la lunghezza del cavo deve essere generosa, perché la presa di ricarica può trovarsi in punti differenti della vettura, a seconda del modello.
Anch'io come inquilino posso installare una wallbox?
Come proprietario di una casa, puoi liberamente decidere di far installare la wallbox. Mentre se vivi in un condominio ci sono specifiche regole che ti permettono di installare la wallbox nel tuo box auto o garage.
In linea generale anche gli appartamenti in affitto possono essere dotati di un attacco di ricarica. Occorre tuttavia che siano soddisfatti alcuni presupposti. Prima di tutto dovresti chiarire con il locatario, ovvero il padrone di casa, come vede la questione e se può contribuire ai relativi costi. Dovrebbe infatti considerare che, in definitiva, sta valorizzando il suo immobile e lo prepara al futuro. Inoltre, occorre chiarire le modalità di fatturazione, ossia quale contatore verrà utilizzato per la fatturazione dell'elettricità e cosa succede alla stazione di ricarica dopo un eventuale trasloco.
In un condominio, per l'installazione è necessario disporre come prerequisito di un posto auto fisso, ad esempio in un garage sotterraneo. Successivamente occorre verificare se qui sia presente la necessaria linea di corrente trifase. Di norma l'utilizzatore deve anche sostenere i costi per il montaggio. Ne vale la pena? Dipende sempre dai calcoli che ciascuno fa personalmente.